Preoccupazione per i dazi e rincari…
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Il Presidente Trump, come promesso in campagna elettorale, sta programmando dazi al fine di ristabilire la produzione interna, stimolando il trasferimento delle attività produttive sul proprio territorio nazionale. La Cina risponde. L’Europa risponde. E questo susseguirsi di tensioni commerciali ne moltiplica l’effetto, con il risultato che sarà inevitabile un aumento dei costi del prodotto. Non ci sono ancora dazi specifici sulla farmaceutica e su tutti i dispositivi medici, ma le annunciate tariffe aumentate sui beni importati colpiranno prima o poi la spesa sanitaria. Molto più imprevedibile sarà il costo dei prodotti medicali, soprattutto quelli a più elevata tecnologia. I dazi già introdotti su alcune materie prime porteranno ad un aumento degli strumenti che li contengono, fosse anche una semplice pinza in acciaio. Pensiamo ad uno strumento molto più tecnologico, ad esempio un robot chirurgico o qualcosa di altamente tecnologico, costoso ed infungibile. Il prodotto finale, assemblato e made in Usa, potrebbe avere componenti provenienti da altri paesi. Alluminio dall’Europa, acciaio dal Canada, un microchip dalla Cina, o un software dall’Europa e via dicendo. Un puzzle di dazi con un effetto a cascata sul costo di produzione ancora prima dell’esportazione. Se, come contromisura, l’Europa applicherà dazi sull’importazione di quel prodotto, il costo finale conterrà i dazi Usa sui fornitori ed i dazi europei sugli Usa: un effetto domino. Sui dispositivi sanitari, indipendentemente dai dazi, la domanda è destinata a rimanere stabile, per alcuni a salire, improbabile una riduzione. Né è pensabile tornare indietro con la tecnologia ottenuta oggi e i successi in medicina. Per alcuni dispositivi sostituibili crolleranno le importazioni dagli Usa. Ci sono poi dei prodotti unici, senza alternative, vincolati da brevetti. Verosimile, dunque, che per molti aumenteranno i costi di produzione e, nel caso di dazi europei, ulteriori costi all’importazione che saranno inevitabilmente trasferiti ai consumatori, gli ospedali nel nostro caso. Un aumento oggi difficile da stimare, ma esiste il rischio di una possibile riduzione degli acquisti delle tecnologie avanzate e non solo con le ovvie conseguenze sulla quotidianità delle nostre cure. L’impatto economico del provvedimento, quindi, potrebbe essere considerevole. Sull’argomento dei dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti si è espresso anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo ad un evento a Roma al Palazzo dell’Informazione Adnkronos. “È un tema delicato e il Governo da subito si è attivato. Il primo ministro probabilmente il giorno 17 aprile sarà negli Stati Uniti. Io credo che sia un argomento nel quale ci vuole buonsenso, ci vuole negoziazione. Se guardiamo poi al mondo del farmaco, in particolare, si tratta di un argomento sensibile», ha detto il Ministro. «Io colgo positivamente il fatto che la data sia stata posticipata di 3 mesi – ha sottolineato Schillaci – Questo dà tempo per trovare delle soluzioni». «All’inizio – ha ricordato il ministro – i farmaci non erano stati messi tra gli oggetti di questi dazi. E su questo faccio una riflessione: come sapete gli Stati Uniti, ma come anche molti Paesi europei, dipendono per tanti principi attivi da altre nazioni, penso alla Cina, all’India. Quindi il fatto di applicare i dazi potrebbe avere poi delle ripercussioni anche sulla disponibilità dei farmaci per i cittadini americani. Quindi è un argomento sensibile, che credo vada inquadrato all’interno di tutto il problema dei dazi». L’impatto economico del provvedimento potrebbe, quindi, essere considerevole. Secondo un’analisi del settore, l’introduzione di dazi reciproci al 25% potrebbe comportare un aggravio di costi di 76,6 miliardi di dollari per l’intera industria farmaceutica globale, di cui 2,5 miliardi solo per le imprese italiane. Attualmente, il valore dell’export farmaceutico italiano verso gli Stati Uniti supera i 10 miliardi di euro, con la quasi totalità dei prodotti non soggetti a tariffe doganali. L’introduzione di dazi potrebbe quindi incidere in modo significativo sulla filiera produttiva. Chiaramente l’introduzione dei dazi sulle importazioni dei farmaci potrebbe avere ripercussioni significative per il settore farmaceutico globale e, di conseguenza, potrebbe avere un forte impatto sulla sanità causando un aumento dei prezzi. Ed è per questo motivo che ciò va scongiurato con una campagna di mediazione e di accordi che coinvolgano quanti più Paesi al mondo possibile per evitare di subire, comunque gli effetti indiretti di tale politica che potrebbero spingersi ad applicare dazi in entrata o comunque penalità alle merci e prodotti provenienti dai Paesi che commercializzano con quelli per i quali vengono istituiti i dazi.